Si presenta un'occasione unica e, nel mese di febbraio, si stabiliscono i primi contatti; all'inizio di maggio i proprietari si decidono alla vendita. Con il versamento di una piccola caparra viene acquistata una costruzione da ristrutturare: "L'ALBERGO ALPINO PASSO DI GAVIA" a 2652 metri (terzo passo alpino dopo lo Stelvio e il Galibier).
Don Eugenio, malgrado sia già carico di debiti per la ricostruzione del Pensionato, incendiato dai bombardamenti del 1943, spera fortemente nella Provvidenza e si accolla altri oneri per l'acquisto e la ristrutturazione della casa che, al Passo di Gavia, sarà finalmente la "Casa di alta montagna" per i suoi ragazzi. E la Provvidenza ... provvede!
Un generoso benefattore, Michelangelo Virgillito, al quale sarà poi intitolata la Casa, acquista per conto del Patronato Sant'Antonio l'immobile. Dopo rapidissimi progetti di ristrutturazione (ideati e supervisionati da Don Eugenio) nel giugno 1948, con l'apertura del Passo, partono i lavori. Il 26 settembre un folto gruppo di giovani ed alcuni Cooperatori salgono al Gavia per vedere la loro Casa di montagna; a ottobre la ristrutturazione di ampliamento e innalzamento è terminata. A fine luglio '49 viene terminata l'installazione dei vari servizi e il 6 agosto i primi fortuiti danno inizio alla meravigliosa storia del Gavia! Così lo stesso ambiente che per cause di guerra ha visto i sacrifici e la morte di tanti giovani soldati diventa per nuove generazioni di giovani, in un'epoca di pace duratura, la "culla di grandi gioie, palestra di grandi imprese, scuola di grandi esperienze" che don Eugenio aveva sognato per i ragazzi ed i giovani dell'O.P.S.A.
Chi sale al Gavia trova lo stesso spirito Patronato. La disciplina, pur avendo regole inviolabili non è da caserma: educa alla convivenza senza fare violenza alla personalità ragazzo o del giovane. La sincerità, la lealtà, il senso di solidarietà, rispetto reciproco e la vera amicizia, uniti al rigoroso rispetto per l'ambiente, sono i valori che, trasmessi negli anni della formazione del carattere, restano impressi nell'animo per sempre! I momenti di spiritualità che si vivono al Gavia sono di un'intensità stupenda: la preghiera, un canto su qualche vetta o, alla sera, al Crocifisso del Lago Bianco, la S.Messa celebrata nella Cappella della Casa o all'aperto in prossimità del lago, lasciano nel cuore sentimenti che il tempo non riesce a cancellare. Al Passo c'è solamente la nostra Casa!
Il Rifugio Berni è a due chilometri, Santa Caterina a dodici e mezzo verso la Valfurva e la Valtellina, Ponte di legno a sedici e mezzo verso la Valcamonica. Il passaggio limitato di veicoli e di turisti permette ai ragazzi di vivere da "padroni" in un ambiente stupendo. Passeggiate, gite, escursioni scalate: quasi ogni giorno una nuova meta!Le escursioni più difficili e le scalate vengono sempre effettuate con una guida del C.A.I, prima fra tutte il mitico Dante Vitalini, per oltre trent'anni guida dei nostri giovani.
I più giovani prendono confidenza con la montagna, mentre chi ha alle spalle due - tre anni di Gavia affronta, in cordata su rocce e ghiacciai, scalate impegnative: salvo poche eccezioni, le cime della zona (3000 metri e oltre) hanno visto più e più volte la presenza dei nostri giovani. Nei momenti di riposo, invece, si gioca a bocce, pallacanestro, pallavolo (i campi più alti d'Europa!), ping-pong, carte, dama, scacchi. Oppure si organizzano rappresentazioni varie o proiezioni di diapositive o filmini; e accompagnati dalla musica del pianoforte si passano anche serate con cantate memorabili! Fattore educativo di grande importanza, che è bene ricordare, è la collaborazione che i giovani prestano nell'eseguire molti lavori necessari per il buon funzionamento della Casa. Lavori che fanno capire al giovane di non trovarsi in un "albergo, pago - pretendo" ma nella "loro Casa", come a Milano in famiglia o all'Oratorio, e che quindi hanno come fine l'insegnamento a rendersi disponibili per le necessità dell'intera comunità. Fin qui i giovani, e la Casa? A partire dal 1949, anno dopo anno, si arricchisce di servizi per diventare sempre più confortevole e viene completata nelle finiture interne ed esterne.
Il 14 Settembre 1958, alla presenza delle autorità civili e religiose, la Casa completamente finita viene ufficialmente inaugurata e intitolata a Michelangelo Virgillito, il benefattore che nel 1948 l'aveva acquistata per il Patronato. Dopo la benedizione di Monsignor Andrea Ghetti, in rappresentanza dell'Arcivescovo di Milano Giovanni Battista Montini, che la pone sotto la protezione di Maria Santissima, il Vicesindaco di Pontedilegno taglia il nastro dell'inaugurazione.
Nel 1960, quasi di fronte alla nostra Casa, apre il Rifugio Bonetta: al Passo si registra un incremento del turismo.
Già nel 1971 Don Eugenio ha un'idea fissa che lo tormenta: per la ricorrenza del XXV del Casa del Gavia "vorrebbe" ampliarla con una grande sala da pranzo - soggiorno, una nuova moderna cucina, un salone con funzioni di Cappella - sala riunioni e poi altre stanze, alti migliorie! Scopo dell'ampliamento è quello di assicurare una maggiore capienza e nuovi comfort agli ospiti, ma soprattutto iniziare un'altra attività: l'assistenza alle ragazze del nostro quartiere che, dopo l'esproprio dell'Oratorio femminile di via Confalonieri sono rimaste abbandonate Don Eugenio decide: l'11 Giugno 1973 iniziano i lavori di ampliamento della casa e il 1 Agosto si festeggia la finitura della posa in opera del tetto della nuova costruzione, realizzata secondo i progetti di Don Eugenio.
Il 3 Settembre 1973 sale alla Casa del Gavia il primo gruppo di ragazze per vedere di persona la nuova realtà della quale tanto si parla nel nostro Oratorio a Milano. Si fermano per pochi giorni: dal 1974 la Casa sarà aperta anche per loro.
Il 29 Gennaio 1977 muore Don Eugenio.
Non potrà vedere il compimento della sua opera, sia per quanto riguarda il completamento della Casa sia, soprattutto, per la realizzazione dell'Oratorio femminile a Milano, del quale proprio al Gavia aveva messo il seme. Perché gli ospiti futuri ricordino l'ideatore e l'instancabile realizzatore della Casa, al Patronato Sant'Antonio viene deciso di reintitolarla al nome di Don Eugenio Bussa. Il 10 Settembre 1978 nella ricorrenza del XXX della Casa, con una commovente cerimonia che vede presenti circa trecento cinquanta persone la nuova costruzione viene benedetta ( Monsignor Valentini, che celebra la S. Messa nella nuova Cappella.
Le opere di finitura interne della nuova costruzione, avviata nel 1974, non sono ancora sta completate. Nel corso degli anni infatti sono state affrontate onerose spese di adeguamenti alle normative di legge: rifacimento completo dell'impianto elettrico, installazione di rivelatori di fumo in tutta la Casa, porte tagliafuoco, sistemazione del locale caldaia installazione di valvole di sicurezza sulle condotte del gas liquido per la cucina.
Negli ultimi tre anni sono stati eseguiti lavori di sistemazione delle perlinature, sono sta sostituiti l'arredamento della cucina e la caldaia; il locale "cucina vecchia" è stato rinnovato (con l'installazione di un caminetto) e sarà utilizzato come sala - soggiorno; infine a tutte le finestre sono stati applicati dei telai con portelle in acciaio apribili come persiane che evitano la manutenzione e il montaggio e smontaggio dei vecchi "antoni".
Nell'anno 1998 sarà eseguita la tinteggiatura esterna di tutta la Casa e del tetto; in base alle nuove norme di legge sarà realizzata anche l'uscita di sicurezza dalla Cappella verso retro della Casa. Nel prossimo anno saranno invece costruite le uscite di sicurezza al secondo piano e in "Vaticano" con relativa scala esterna sul retro della Casa. Per quanto riguarda le condizioni dell'ambiente circostante va purtroppo registrato un notevole aumento di transito e sosta di veicoli al Passo (addio quiete!) conseguenti all'allargamento della strada Pontedilegno - Santa Caterina e alla costruzione della galleria che evita "le rocce": opere che rese necessarie dagli eventi tragici della Val Pola hanno reso meno difficoltoso il transito al Passo. Dal 1995, nel periodo dal 15 al 30 Agosto la Casa viene aperta, in autogestione, agli Ex Allievi e alle loro famiglie.
Qui si chiude la (non) breve storia della Casa del Gavia che nel 1998 compie cinquant'anni di attività.
L'augurio sincero è che nel futuro, ancora per molto tempo, possa assicurare alle nuove generazioni quello che nei trascorsi cinquant'anni ha trasmesso alle generazioni passate.
Adriano Losi
1961, don Eugenio con Gino Bartali e Vincenzo Torriani davanti al Rifugio Berni