Nel settembre 1973, dopo qualche mese di annunciata smobilitazione, le Reverende Suore Francescane Missionarie d'Egitto, che da anni ospitavano nel loro orfanotrofio di via Confalonieri anche l’oratorio femminile per le "ragazze dell'Isola", cessano ogni attività causa l'esproprio degli immobili da parte della Metropolitana Milanese.
Nel volgere di breve tempo la gioventù femminile del rione non ha più un luogo dove ritrovarsi Don Eugenio raccogliendo l'impulso interiore
generato dalla sua coscienza e dal suo lungo apostolato, chiede l'interessamento e la collaborazione di chiunque abbia a cuore la risoluzione del problema. Avvia quindi, in merito, una campagna di denuncia e sensibilizzazione. Aprire le porte dell'oratorio maschile alle ragazze non è possibile.
A prescindere dalla promiscuità tra maschi e femmine, che Don Eugenio per diverse ragioni non condivide, gli spazi, già insufficienti per la numerosa presenza maschile (600 iscritti - 450 frequentanti) non consentono la presenza di altre centinaia di persone.
E' quindi necessario disporre di spazi, strutture, attrezzature e persone (cooperatrici) appropriate alla quantità e alle necessità proprie della nuova utenza. Necessità che, purtroppo, richiedono anche la disponibilità di consistenti capitali.
La ricerca di una soluzione al problema che è presente nel rione è vissuta da don Eugenio come una sua responsabilità personale e per quattro lunghi anni, fino alla sua morte, spende le sue energie ben oltre la consumazione fisica, allo scopo di istituire un Oratorio femminile.
Per avviare un minimo di assistenza nel 1973-74 inizia anche per le bambine la preparazione alla Prima Comunione che riceveranno, per la prima volta, nella chiesa Sacro Volto nell'Aprile 1974.
A partire dall'Agosto 1974, nella casa del Gavia vengono ospitate, in due turni, un centinaio di ragazze per stagione, e dal 1975 la villa Delle Piane a Marina di Massa accoglie, in turni separati, anche le bambine.
Su "Salviamo la Gioventù" del dicembre 1975, nel contesto dell'articolo "Tortura spirituale... !" nel quale "augurandosi il miracolo di un intervento che capovolga la situazione di stallo nella quale si dibatte e contro cui lotta deciso a non rassegnarsi dinanzi, a qualsiasi difficoltà" don Eugenio pubblica il testo di una lettera, indirizzata alle bambine e giovanette del rione ma che non spedirà mai, che rivela il suo esasperato tormento interiore per la preoccupante situazione che sta vivendo e che, suo malgrado, deve subire ed al momento non è in grado di risolvere.
Nel 1976 don Eugenio continua nella estenuante ricerca della soluzione al problema che lo impegna fino alla sofferenza fisica. Ed ecco che, nella seconda metà dell’anno, si apre uno spiraglio.
Viene messa in vendita una villetta dotata anche di cortile situata in via Sebenico 29, proprio adiacente alla chiesa del Santo Volto.
Con una lettera datata 20 ottobre 1976 don Eugenio così si rivolge ad un gruppo di ex allievi:
“Carissimo ti meraviglierai di ricevere un “espresso” dal tuo Patronato. Eccoti la spiegazione quasi telegrafica. Entro il 12 novembre mi occorrono 25 Milioni. Intendo compiere il primo passo per la realizzazione di un nuovo oratorio femminile… Da quattro anni tento di trovare appoggi presso le Autorità, ma finora nulla di nulla!
Ho qualche speranza per l’avvenire! Il Patronato deve contare, in questo momento, soltanto sulle sue forze… in coscienza non posso non approfittare di una buona occasione che mi si è presentata improvvisamente: l’offerta di una proprietà privata adatta allo scopo. Mi dai una mano? Ecco in che modo me la puoi dare!
L’idea, a dire la verità, non è mia ma di un caro ex allievo che ha più affetto per il Patronato che soldi. "Don Eugenio perché non chiede un prestito di mezzo milione a ciascuno degli ex allievi? Non crede che almeno una cinquantina l’aiuteranno?".
… ho steso e lanciato il presente SOS... naturalmente ho bisogno che rispondano almeno una cinquantina!; gli altri li terrò... di riserva…
... eccoti le condizioni del prestito:
* entro il 1978 spero di restituire la somma; ... gli interessi li paga ... il Signore.
... sbaglio a sognare e a fidarmi della riconoscenza dei miei ex allievi?
Guarda che un simile passo l'ho fatto perché è una situazione che mi tortura da quattro anni. Non posso più rimanere immobilizzato dall’assenteismo delle Autorità. Sai che un padre ha sempre l'orgoglio di non cercare nulla ai suoi figli! Ho dovuto mettere da parte questo orgoglio!
Il Patronato ha sempre dato, senza cercare mai nulla.
Ma la salvezza di ben 700 fanciulle mi ha inchiodato sulla breccia (ho già sorpassato i 72 anni: però sono sempre quello, almeno credo!) e mi ha costretto a stendere la mano!
Rifletti, calcola e poi ... scrivimi, subito.
Il Signore ci aiuti tutti.
Aff.mo don Eugenio
Come in altre occasioni la Provvidenza viene in aiuto al Patronato; e don Eugenio, sostenuto dai suoi ex allievi, versa un acconto per bloccare l'acquisto dell'immobile, quale "prima pietra" dell'oratorio femminile, e contemporaneamente fa presente al Vicario Generale la necessità che la Diocesi contribuisca all'acquisto dell'immobile (così da poter saldare l'acquisto e restituire il prestito degli ex allievi versato in acconto).
Sollevato da un incubo che lo opprime, don Eugenio già pensa come sistemare razionalmente il nuovo ambiente perché risulti accogliente e funzionale; purtroppo la sua soddisfazione per l'evento e l'entusiasmo che lo anima per la nuova attività hanno breve durata: meno di tre mesi.
Raggiunto da morte improvvisa, il 29 gennaio 1977, don Eugenio non potrà assistere al coronamento dell'opera per la realizzazione della quale, spendendo oltre misura ogni sua energia, è rimasto "inchiodato sulla breccia" per quattro lunghi anni.
Il 2 ottobre 1977, con l'inizio dell'anno scolastico, vede nascere con attività di rodaggio il nuovo oratorio femminile nella piccola sede di via Sebenico 29.
L'8 dicembre 1978, con trecento iscritte, l'oratorio femminile del Patronato Sant'Antonio viene benedetto e inaugurato ufficialmente da S. Ecc. Mons. Enrico Assi, Vescovo Ausiliare di Milano.
21 Aprile 1979 nel cortile dell'Oratorio femminile, S. Ecc. Mons. Libero Tresoldi, Vescovo Ausiliare di Milano, benedice la statua di Maria lmmacolata, alla quale è intitolato l'Oratorio.
Orazione, scritta da don Eugenio, da recitare tutti i giorni del mese di maggio.
Vergine Maria e Madre nostra
deponiamo ai tuoi piedi l'ardente voto
che, per tutto il mese a Te consacrato,
portiamo nel cuore.
Donaci l'attesa grazia
di veder sorgere un grande Oratorio
per tutte le ragazze del nostro rione,
affinché fratelli e sorelle,
in reciproca gara di fede e di virtù,
possano crescere a conforto dei propri Genitori
e speranza di una società migliore!
Così sia.